Il Re Leone

Hello World,

oggi recuperiamo insieme un film uscito ormai più di un anno fa, quando la pandemia non esisteva ancora e io e Fede entravamo ed uscivamo dalle sale cinematografiche ogni settimana. Ormai è dalla scorsa estate che non entro in sala e non potete immaginare quanto mi manchi. Mi manca l’attesa che iniziava quantomeno dalla mattina: mentre lavoravo pensavo già a cosa mi sarei dovuto aspettare dal film che mi attendeva in serata. Mi mancano le frequenti corse in auto, a piedi o anche solo online per prendere il biglietto, evitare le code e riuscire ad arrivare in sala non prima dell’inizio del film ma prima della carrellata dei trailer; e non importa se eravamo andati 2 giorni prima in sala e i trailer erano gli stessi, bisognava comunque rivederli (con buona pace di Fede 😁). Mi mancano le cene al fast food di turno pre o post spettacolo e mi mancano gli immancabili primi commenti a caldo che ci scambiavamo io e Fede.

Comunque veniamo al protagonista di quest’ articolo, la versione in CGI del classico Disney Il Re Leone diretto da Jon Favreau.

I primi minuti del film sono davvero ben realizzati tanto da sembrare una sequenza tipica di uno dei tanti documentari ambientati nella savana africana. Si fatica a credere che sia digitale.

Il film in generale ripropone quasi perfettamente l’intera sceneggiatura del film d’animazione originale del 1994 con la differenza che stavolta ogni scena è realizzata con la nuova tecnica grafica.

Seppur qualche riarrangiamento, anche la colonna sonora rimane piuttosto fedele all’originale. L’unica vera nuova canzone del film è quella interpretata, nella versione italiana, da Elisa, che accompagna il ritorno a casa di Simba e purtroppo è proprio quella che meno mi ha convinto. La versione di Zimmer del ’94 era di gran lunga più riuscita.

Altra nota altalenante è il doppiaggio italiano: da una parte troviamo le stupene e ben riconoscibili voci professionali di Mufasa (Luca Ward), Scar (Massimo Popolizio) e Sarabi, la mamma di Simba, (Antonella Giannini), dall’latro abbiamo le scadenti voci di Simba e Nana affidate rispettivamente, per pura scelta di marketing da parte di Disney, a Marco Mengoni ad Elisa. Francamente affidare il doppiaggio dei protagonisti a due cantanti e non a due doppiatori professionisti solo per avere due volti noti alle varie presentazioni del film e realizzare il duetto di una delle canzoni (neanche la più bella della pellicola, per me) l’ho trovata una scelta davvero incomprensiva. Ma d’altronde Disney non è nuova a queste politiche, nonostante le lamentele di alcuni. Peccato.

Riuscita invece la prova per Edoardo Leo e Stefano Fresi nei panni di Poomba e Timon.

Il “nuovo” Re Leone è stato forse uno dei film che più ho atteso nel 2019 quando doveva uscire. Sia per me che per Fede, come per tanti altri, vedendo il pubblico con cui avevamo condiviso lo spettacolo delle 22:30 all’epoca, Il Re leone rappresenta uno dei film d’animazione cardini dell’infanzia dei 30enni di oggi. E proprio perché questa seconda versione ricalca fedelmente quella originale di allora, guardando sia l’una che l’altra, ancora oggi entrambi riescono a stimolare tantissimi temi e spunti nella testa di ognuno di noi. Peccato solo che alcune scene e alcune emeozioni di allora non sembrano essere riuscite altrettanto bene nella veste grafica mdoerna. Infatti proprio la scena clou della pellicola, la morte di Mufasa, con la CGI e il fotorealismo della grafica, non è riuscita perfettamente e non è riuscita a trasmettermi le stesse forti emozioni del film originale (complice anche un leggero taglio dell’intera scena).

Ma aquest’ultima scena si contrappone invece quella in cui un ciuffo della criniera di Simba viggia per tutta l’Africa fino a giungere a Rafiki testimoniando quindi che lui è vivo quando invece lo credeva morto. Ecco questa scena, rispetto alla versione animata, è davvero ben realizzata e la computer grafica, unita alla spettacolarità del paesaggio africano sullo sfondo (credo reale), riesce a rendere la semplicità della natura poetica e magica.

Insomma è tanto simile quanto diverso al capolavoro originale e tutto sommato potrebbe anche essere considerato un esperimento riuscito, seppur non perfettamente.

La storia, la maggior parte delle musiche, i personaggi e le ambientazioni sono belle come allora e, per lo meno, dovrebbe permettere anche ai bimbi di oggi di crescere con Il Re Leone come siamo cresciuti noi bimbi di allora. Però, forse, la sera in cui vorrò far conoscere la storia de Il Re Leone a un mio ipotetico figlio, prenderò il telecomando, pigierò il tasto Disney+, cercherò il titolo e, di fornte alle due alternative, opterò prima per quella animata ❤️

Stay tuned!

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