Dubrovnik, l’ultima tappa prima di iniziare il viaggio verso casa
24 Agosto: Dubrovnik
Ci svegliamo presto, per salutare i nostri compagni di viaggio, da questo momento proseguiremo da soli mentre loro torneranno direttamente a casa. E’ sempre difficile salutarli soprattutto in un periodo come questo in cui a causa della pandemia le distanze si allungano ancora di più e non sai mai bene quando ti rivedrai. Ripartiamo quindi alla volta di Dubrovnik, dove per raggiungerla dobbiamo oltrepassare il confine con la Bosnia Ervegovina, (paese bellissimo che io ho avuto la fortuna di visitare e dove torneremo sicuramente insieme), per poi rientrare nuovamente in Croazia. Geograficamente infatti la Bosnia Erzegovina ha un piccolissimo sbocco sul mare che taglia la Croazia; il confine può essere passato tranquillamente con la carta d’identità come se si fosse in Europa, e non fanno particolari controlli. Ci fermiamo a pranzare al primo autogrill dopo essere rientrati in Croazia e riusciamo ad arrivare a Dubrovnik nel pomeriggio, parcheggiando al parcheggio dell’ospedale.

E’ un parcheggio abbastanza comodo vicino alla fermata del bus per andare in centro, ed essendo privato si può dormire anche la notte. L’unico problema che è un po’ difficile pagarlo, la macchinetta accetta solo le monetine oppure si può pagare online e in teoria poi dovresti stampare la ricevuta, ma in realtà non te la chiedevano. Anche la tariffa era particolare 5 Kune per le prime 3 ore e poi ogni ora successiva costava 3 Kune, insomma abbiamo perso un po’ di tempo per capire come funzionava questo parcheggio.
Arrivati in centro ci sembrava di essere entrati nel set della serie Geme of Thrones, ad Approdo del Re, infatti è nel centro storico circondato da queste alte mura, che è stato il set della fortunata serie.
La città è spettacolare, si possono trovare edifici perfettamente conservati di periodi storici completamente differenti, come la Chiesa di San Biagio di stile barocco, il Palazzo Sponza rinascimentale e infine Palazzo dei Rettori che invece è gotico. Le mura sono visitabili, anche se il costo non è accessibilissimo ma ne vale la pena, anche se è un percorso abbastanza faticoso, ed è sconsigliato ad andare nelle ore più calde.





Sulle mura ci sono una serie di costruzioni e punti di osservazioni, e oltre agli scorci bellissimi sul mare, sono ben visibili i segni della guerra e delle bombe sui palazzi.
Nel 1991 Dubrovinik è stata bombardata e assediata dall’esercito Serbo per impedire l’indipendenza della Croazia, e questo evento è stato il campanello d’allarme per l’Europa, su cosa stava accadendo a pochi passi da loro.
Oggi la città è Patrimonio dell’Unesco e uno dei luoghi più turistici e suggestivi della Croazia, camminando per le sue vie potete immaginare quanti passi e voci hanno sentito quelle strade e quelle mura, quante paci e guerre hanno vissuto, e forse l’inverno lo stanno ancora aspettando ( lasciatemi fare solo più quest’ultima citazione).










Dopo la visita alle mura e alle varie chiese e negozi, abbiamo cenato in una hamburgeria (“Presa”), buona e con dei prezzi abbordabili, ovviamente essendo una città ultra turistica i prezzi non sono di certo molto accessibili. Infine abbiamo preso un gelato molto buono, per essere all’estero, alla gelateria “The Bocca Piena” dove ovviamente il gelato è un lusso che ci si può concedere una volta ogni tanto.



Ritorniamo verso il camper per le 10,00 e vediamo dei fuochi in lontananza provenire dal molo del centro storico, non so se vengono fatti tutte le sere o se ci fosse un evento particolare, però se vi capita magari provate a rimanere, perchè sicuramente varrebbe la pena vederli.
Ritorno verso casa
25 Agosto: Makorka
Ripartiamo in mattinata in direzione Makorka, una località turistica vicino a Podgora dove c’è un mare molto bello. Consiglio una volta che ripassate il confine ed entrate in Bosnia di fare il pieno, perchè il prezzo è conveniente ed evitate l’autostrada perchè potrete fare tutta una strada molto panoramica con campagne e zone collinari, paesini costruiti sulle rive del fiume, molto suggestivi. Sulla strada troverete anche molti banchi che vendono frutta fresca e succhi molto invitanti, noi ci siamo fermati a comprare qualcosa anche se i prezzi non sono accessibili, diciamo che sono molto turistici.
Arriviamo per l’ora di pranzo al parcheggio/autocamp (anche se non ha nessun servizio) vicino alla Spiaggia Cubano Beach dove passeremo la notte. Il parcheggio si trova proprio a 100 metri dalla spiaggia libera, e ha anche i bagni, docce e un bar dove si possono affittare lettini e ombrelloni.



La spiaggia e il mare erano favolosi, l’acqua era trasparente e quando facevi il bagno potevi ammirare l’enorme montagna che si affacciava sul mare. E’ sicuramente una spiaggia che merita e se non avessimo avuto i giorni contanti ci saremmo fermati di più.
Inoltre la sera c’è un bel lungo mare con vari ristoranti e negozi e camminando per 2 km sempre lungo la spiaggia si può arrivare nel centro del paese che è molto vivo e affollato di famiglie. Noi abbiamo cenato con cibo tipico al “ristorante Matteo” dove abbiamo mangiato la Cevapi, che sono delle polpettine allungate fate di maiale, manzo o agnello accompagnate dal pane, o nella versione street food inserite direttamente nel panino.

In realtà abbiamo scoperto anche un altro piatto tipico che sembra molto buono, il Peka che prende il nome dal pentolone di ghisa su cui viene cotto, ed è un misto di carne e pesce alla brace con patate, gli ingredienti dipendono anche dalla regione in cui viene preparato. Ma a vederlo e a sentirne il profumo sembrava veramente buonissimo.
Se volete assaggiarlo vi conviene prenotarlo, perchè la preparazione è molto lunga, ci vogliono parecchie ore di cottura e i ristoranti lo preparano solo su prenotazione.
26 Agosto: La casa di Nikola Tesla e spiaggia di Carlopago
Il mattino seguente riprendiamo il viaggio di ritorno fermandoci a Smiljan il paese natale di Nikola Tesla.
Ci siamo accorti dei cartelli che pubblicizzavano il sito all’andata e quindi data la passione per la Fisica di Marco e la mia per i personaggi storici, ci eravamo ripromessi di visitarla al ritorno.
Arriviamo per l’ora di pranzo, ma consiglio di arrivare prima perchè il parcheggio è molto piccolo e più di due camper per volta non ci stanno.
Il memoriale è molto carino sono visitabili dall’esterno la chiesa dove il padre era parroco, il fienile e la casa natale dove c’è un museo che ripercorre tutta la sua vita e la riproduzione delle sue invenzioni. Inoltre nelle ore pari della giornata si può provare “sulla propria pelle” l’esperimento della bobina di Tesla, che risulta divertente sia per grandi che per i bambini.
La visita dura circa 1 ora e mezza ma per gli amanti della Fisica o per chi è semplicemente interessato alla sua storia, è una visita interessante.





Nel pomeriggio ci spostiamo alla Spiaggia di Carlopago, per passare qualche ora al mare. Il tratto di strada che ci attende, la D25Rd, è stata sicuramente la più spettacolare dell’intero viaggio. E’ una strada panoramica che sale e scende sulle alture lungo la costa e si affaccia direttamente su una piccola lingua di mare che separa la terraferma dall’isola dove sorge Pago.







La spiaggietta di Carlopago è scavata nella roccia che si accede solamente attraverso una scalinata, che parte direttamente dal parcheggio. Il mare era molto pulito e non era neanche molto affollata, dato che lì intorno non c’era nulla se non la statale, quindi non è particolarmente turistica.
Fermandoci per la notte ci siamo potuti godere un tramonto mozzafiato, il mare che inghiottiva il sole, comodamente seduti sugli scogli. La notte però non è stata altrettanto bella, infatti un temporale molto forte con raffiche di vento e lampi ci ha tenuti svegli tutta la notte, e purtroppo ha rovinato il tempo anche degli ultimi giorni che ci rimanevano.




27 Agosto: Ogulin
Ripartiamo la mattina presto sperando che spostandoci alla tappa successiva potessimo trovare bel tempo, purtroppo non è stato così, infatti arrivati al Camping Odmoriste ODMORISTE SIBINJ LEFT SIDE, il tempo era altrettanto grigio e freddo. Peccato perché il camping aveva una spiaggietta privata e intorno non c’era nulla quindi ci è toccato passare la giornata chiusi nel camper.
Il camping era ancora in costruzione, e per 30 euro al giorno offriva solo la possibilità di scaricare le acque nere. Però ho visto che ora è molto più attrezzato, quindi non fate molto affidamento sul prezzo.

28 Agosto: Redipuglia (Gorizia)
Provati dal brutto tempo degli ultimi giorni, ripartiamo la mattina presto per cercare di evitare il traffico al confine tipico del rientro. In realtà un’oretta di coda la facciamo, ma approfittiamo anche per fare il pieno a una pompa di benzina vicino al confine che aveva prezzi più convenienti rispetto all’Italia.
Decidiamo prima di tornare a Torino di fare un’ultima tappa, molto suggestiva ed interessante: Redipuglia.
Qui si trova uno dei più grandi e importanti sacrari militari d’Europa, dedicato ai soldati italiani caduti durante la prima guerra mondiale.
Arrivati lì c’è un parcheggio molto grande dove potrete trovare comodamente posto per il vostro mezzo, e dietro al parcheggio è presente anche un parco dove sono collocati vari cannoni e altri resti bellici. Cercando su Google ho visto che il parco è stato rinnovato, e sono presenti anche delle riproduzioni delle trincee per capire a pieno cosa significava una guerra di trincea ( un’ottima ragione per tornare a visitarlo). In queste zone infatti si è combattuta la famigerata Battaglia di Caporetto (ottobre-novembre 1917). In questa battaglia, l’esercito italiano subì una pesante sconfitta per mano delle forze austro-tedesche, causando la disfatta delle linee italiane e una ritirata verso il fiume Piave.
Diventando quindi uno dei luoghi simbolo per l’Italia e di questa guerra.







Ma la cosa che lascia veramente senza fiato è la maestosità del sacrario, una scalinata immensa di cripte che commemora oltre 100.000 soldati italiani che persero la vita durante la prima guerra mondiale, nella sola zona del fronte isontino. I caduti provenivano da diverse regioni dell’Italia, di molti non si sapevano neanche le generalità complete, da dove venissero o la loro età, l’unica cosa certa era la loro morte.
Una curiosità: è presente anche una donna, una giovane infermiera che si è distinta per il suo aiuto sul campo.



Dopo aver visitato a lungo il sito, ci spostiamo nel centro abitato di Redipuglia, dove ci concediamo la prima pizza dopo essere tornati in patria e passiamo la notte lì.
29 Agosto: l’odissea verso Torino
Di buon mattino ricominciamo il viaggio verso casa, sapendo benissimo le code interminabili da rientro che ci avrebbero aspettato. Ma dato che con noi la sfortuna ci vede benissimo dopo soli pochi chilometri in autostrada, durante un rallentamento ci scoppia una gomma, facendoci spaventare non poco. Per fortuna essendo incolonnati, riusciamo a metterci nella corsia di emergenza e da lì inizia la nostra epopea. Innanzitutto scopriamo che il cric che avevamo in dotazione non era un cric da camper quindi non era possibile sostituire la gomma, e poi la gomma di scorta era originale del 98 e nessuno l’aveva mai rimossa, quindi era diventato come estrarre la spada dalla roccia. Armandoci di pazienza chiamiamo il carroattrezzi che riesce a venirci a dare una mano dopo 4 ore fermi sotto il sole e lo smog.
E poi infine scopriamo anche che le gomme, che aveva montato il vecchio proprietario da poco, in realtà non erano gomme da camper quindi da lì a poco ne sarebbe potuta scoppiare qualche altra.
Con queste belle notizie e in compagnia della gomma coetanea, percorriamo i 450 km che ci separano da casa, con una velocità di crociera pari ai 60km orari, ma miracolosamente riusciamo ad arrivare in tarda serata.
Come primo viaggio lungo è stato un susseguirsi di emozioni, dalla gioia al panico. Ma infondo il viaggio deve essere un esperienza e come tale porta con se varie emozioni. Sicuramente noi portiamo il ricordo di un paese bellissimo con ancora tante aree selvagge non toccate dal turismo, ed è sicuramente un paese che vorremmo tornare a visitare in futuro. Quindi do ponovnog susreta Croazia!